Un successo atteso ed annunciato. Non nascondiamoci dietro ad un dito. La tre giorni tricolore di Madonna di Campiglio per la formazione del Comitato FISI Ali Centrali dello sci alpinismo è stato l’ennesimo atto che le pelli in Italia parlano lombardo. Sarà per la passione, sarà per la morfologia del territorio lombardo, sarà per le capacità fisiche degli atleti, sarà per la bravura degli allenatori gli sci alpinisti lombardi hanno dominato in lungo ed in largo in quel di Madonna di Campiglio.
A confermarlo sono i numeri, e le medaglie raccolte dagli ski alper lombardi, provenienti e militanti nel Comitato FISI Alpi Centrali. Nella giornata di domenica, nella prova Vertical la formazione delle “pelli lombarde” raccoglie 4 medaglie d’oro, quindi 4 titoli nazionali, una medaglia d’argento e 5 medaglie di bronzo. Cosa volere di più? Andiamo allora a ritroso in queste competizioni nazionali. Nella prova a staffetta il “bottino” conquistato dagli atleti del Comitato FISI Alpi Centrali sale. Alla fine della competizione arrivano 2 medaglie d’oro, 2 argenti e 2 bronzi a cui si devono aggiungere anche 3 piazzamenti, nelle varie categorie, nella top five. Da segnalare che nella gara a staffetta mista dei giovani le “pelli lombarde” dominano in lungo ed in largo conquistando i tre gradini del podio. Ed ancora. Andiamo alla gara inaugurale di venerdì sera: la sprint. Anche in questo caso gli atleti lombardi sono stati capaci di conquistare 5 ori, 3 medaglie d’argento e 4 di bronzo a cui si devono sommare altri 7 piazzamenti, sempre nelle varie categorie, nella top five. Ed anche in questo caso sono ancora le formazioni giovanili a dominare in lungo ed in largo. Questo cosa significa? Che la formazione lombarda del Comitato FISI Alpi Centrali è campione d’Italia, ma sopratutto si è riconfermata come punto di riferimento per l’intero movimento dello sci alpinismo del bel paese. Se da una parte la realtà azzurra con i vari Boscacci, Antoniol, Lenzi e Ghirardi sono il punto fermo della nazionale capace di imporsi ai livelli internazionali, i vari giovani come Samantha Bertolina, Pietro e Nicolò Canclini, Jael Compagnoni, Giulia Murada (solo per fare alcuni nomi) rappresentano una prospettiva di futuro davvero roseo per il movimento dello sci alpinismo nazionale. Sappiamo che a diversi livelli la federazione internazionale dello ski alp sta perseguendo la strada del riconoscimento totale come discipline olimpica. E alla luce dei risultati ottenuti sino ad oggi dai nostri atleti, la speranza è che questo riconoscimento arrivi il più presto possibile al fine di apporre il sigillo azzurro sulle medaglie olimpiche, uniche vere medaglie che mancano oggi a questa disciplina.

Marco Cerottini
Ufficio stampa Comitato FISI Alpi Centrali