Spunti interessanti e momenti di riflessione sulla realtà e sul futuro dello sci di fondo in Italia, sono scaturiti dal convegno che si è svolto a Bobbio (PC), domenica 29 agosto, nella splendida cornice dell’Abbazia di San Colombano

L’incontro di Bobbio, voluto dalla Fisi, dal Comune piacentino e non da ultimo dal consigliere del Comitato Marco Labirio, segna l’avvio di una nuova strada per il movimento fondistico nazionale, sia nell’alto livello, che nella base. I nuovi quadri tecnici delle Nazionali, insediati da pochi mesi, stanno impostando un lavoro che dovrà portare l’Italia degli sci stretti nelle migliori condizioni all’appuntamento olimpico della prossima stagione a Pechino, ma dovrà porre le basi per la crescita complessiva del movimento in vista dei Giochi italiani di Milano-Cortina 2026. Dopo i saluti del Sindaco di Bobbio Roberto Pasquali, del presidente Fisi Roda e della vicepresidente del Coni Claudia Giordani e di Gabriella Paruzzi il convegno ha preso il via con l’intervento di Giacomo Bisconti.

La figura dell’allenatore e lo sport in Italia
Bisconti
(STF) ha inquadrato la figura dell’allenatore all’interno della normativa europea, del Coni e della Fisi, e analizzato la realtà dell’attività sportiva in Italia anche in confronto con quella europea. I dati esposti da Bisconti hanno evidenziato come l’italiano medio sia diventando sempre più sedentario e, soprattutto a livello giovanile, la scuola, in generale, non agevoli la pratica dello sport. Gli sport della montagna, tra i quali lo sci, sono però tra i più praticati e quindi la presenza di tecnici preparati non può che dare forza e qualità al movimento.

L’importanza del lavoro di squadra
Enrico Perri
, coordinatore della preparazione atletica delle squadre nazionali, ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra tra allenatori, preparatori atletici, skiman, fisioterapisti e, naturalmente atleti per poter ottimizzare la performance e prevenire infortuni e stress fisici che possono compromettere mesi di preparazione. «Insistendo tantissimo – ha detto Perri – sul riscaldamento e l’attivazione delle fasce muscolari cerchiamo di migliorare l’efficienza e ottimizzare la resistenza ai carichi. Grazie poi a moderni sistemi di monitoraggio gps oggi riusciamo ad avere un quadro reale e corretto anche durante gli allenamenti all’aperto dei vari parametri di forza, efficienza e resistenza degli atleti in modo da intervenire e migliorare le performance».

Pellegrino verso Pechino
In collegamento dal Passo Lavazè, Federico Pellegrino ha invece tracciato un bilancio della nuova esperienza di allenamento congiunto con la squadra russa guidata dal tecnico Markus Cramer: «Il progetto intrapreso quest’anno è stato possibile grazie alla disponibilità del Presidente Roda e del nuovo direttore tecnico Alfred Stauder. Allenandoci insieme a russi e tedeschi stiamo attuando delle modalità di allenamento diverse, la preparazione sta andando bene, è stata una bella scoperta soprattutto vivere la quotidianità con un altro team, scopriamo quotidianamente un modo diverso di lavorare, sicuramente il nostro bagaglio di esperienza si sta arricchendo e ci consente di avere un’idea diversa di quello che è il nostro mondo, cercando di capire dove possiamo migliorare e come lavorare in futuro per crescere dal punto di vista delle prestazioni».

Allenamenti semplici, tanta corsa e l’atleta al centro del progetto
Markus Cramer
ha tenuto un intervento particolarmente apprezzato dalla platea: l’allenatore ha illustrato i metodi di lavoro da lui utilizzati e su quali basi si ispirano i propri principi della preparazione. Ovvero, in sintesi, tantissimo lavoro aerobico a intensità medio/basse in cui la corsa assume un ruolo predominante, concentrando le sedute di allenamento ad alta intensità e i lavori di forza nella stessa giornata. «Ma al di là dell’elemento sportivo – ha sottolineato l’allenatore -, ciò che conta veramente sono la semplicità di fare le cose e il ruolo centrale dell’atleta, con il quale il tecnico deve essere bravo sia di allenare che ascoltare ogni sua esigenza».

Spunti e proposte interessanti sono poi emerse dagli interventi degli allenatori presenti durante la tavola rotonda condotta dal responsabile azzurro Alfred Stauder, con gli allenatori Renato Pasini e Fulvio Scola, come ha anche sottolineato il presidente Roda durante il suo intervento conclusivo. «Abbiamo vissuto una giornata importante – ha infatti detto Roda -, lo sci di fondo approfondisce molto di più quella che è la ricerca scientifica, ma se non c’è interscambio continuo fra i tecnici è difficile far crescere un settore. L’insegnamento di oggi è quello di ascoltare e capire quale sia la cosa migliore per aiutare gli atleti, che rimangono al centro di tutto. Il reclutamento rimane l’obiettivo prioritario, i temi sviscerati sono stati molteplici e andranno approfonditi, auspico che chiunque possa dare il proprio contributo, metta la sua esperienza a disposizione di tutta la disciplina».